Settimana scorsa piangevo perché sarebbe passato da Torino Micah P. Hinson ed io non potevo andare a vederlo, ad ascoltarlo.
Il suo primo album l'ho amato tantissimo,
ma anche gli altri cinque sono nello scaffale dei preferiti che lascerò in eredità a figli e nipoti.
Da vecchio precario mi sono imposto di non andare più ai concerti fino a quando non vincerò un gratta e vinci. Ma...uno dei miei siti musicali > http://deerwaves.com/
mi offre la possibilità, con un contest, di vincere un biglietto e..., ladies e gentlemen, l'ho vinto.
E così domenica scorsa mi presento davanti all'Astoria, locale sotterraneo di Torino (abbastanza osceno, 20 metri per cinque), entro, mi metto in un angolo e lo aspetto. Pubblico giovanissimo, solo un tipo buffo della mia fortunata generazione. Micah è piccolo, magro, ma quando comincia a parlare (cazzo il mio inglese), cantare e suonare è la fine del mondo. Non puoi far finta di niente, pensare che intanto hai tutti i suoi dischi, che qui non ha il gruppo, solo chitarra e voce, che il locale fa abbastanza schifo, che fa un fottuto caldo. No, è tutto diverso.
Micah è grandissimo.
(sulla guitar la scritta This machine kills fascists)
Qui lo stesso pezzo ma tratto dall'album
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